La musica può fare riflettere, sognare,capire e ricordare.
"Comuntwist" è un brano dell'album La vida que vendrà dei 99 Posse, uscito nel 2000. L'album, variegato e complesso, affronta temi socio-politici come gabbie salariali, privatizzazioni e flessibilità. La copertina raffigura poliziotti che manganellano manifestanti a Piazza Plebiscito, simboleggiando la protesta sociale. Il titolo dell'album deriva dal verso di El pueblo unido, che i 99 Posse reinterpretano ed è presente nell' album come ultima traccia.
"Comuntwist" dei 99 Posse esplora il significato del comunismo e del sentirsi comunisti nel contesto attuale. La canzone riflette su come, un tempo, essere comunista fosse sinonimo di speranza e di lotta per un cambiamento sociale positivo. Tuttavia, oggi, questa speranza sembra essere svanita a causa della globalizzazione e della crisi dello stato sociale, che ha portato a una società più disumanizzata, razzista e oppressa.
Negli anni 'ssantadue 'ssantatré papà qualche speranza l'aveva diceva: nuie putimmo cagnà insieme abbatteremo il sistema Guardiamo invece all'ultimo trend la magica globalizzazione non solo simmo bestie fetenti ma simmo pure in via d'estinzione
Il capitalismo, che una volta veniva sfidato, si è trasformato in un sistema che alimenta l'odio verso gli immigrati e i più vulnerabili, mentre oggi l'antagonismo non è più rivolto ai potenti capitalisti, ma a chi è più povero e senza voce. Essere comunisti, un tempo simbolo di lotta e speranza, non è più di moda e appare come un concetto obsoleto, essere comunisti non è più trend.
Perché quando il vecchio compagno Marx si portava ancora non male il nemico del popolo era il padrone ed il capitale, ma adesso che non va più e lo stato sociale è finito il nemico del povero è il più povero e così all’infinito.
Quando Karl Marx era ancora influente, il nemico del popolo era rappresentato dai padroni e dal capitale, simboli delle disuguaglianze sociali e economiche.
Tuttavia, con il declino dello stato sociale e l’erosione delle conquiste del welfare, oggi il nemico del povero è diventato un altro povero, in un ciclo senza fine di competizione tra gli strati più bassi della società, piuttosto che una lotta contro i veri oppressori, come il capitale o le élite economiche.
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