Questa canzone “figli dell’officina” cantata dai Modena City Ramblers in realtà è un canto popolare italiano,nato come inno anarchico e poi diventato di rivolta.
Figli dell'officina
Figli di questa terra
Già l'ora si avvicina di una più giusta guerra
La guerra proletaria
Guerra senza frontiere
Innalzeremo al vento le libere bandiere
Dai monti e dalle valli
Giù noi scendiamo in fretta
Con queste mani dai calli faremo vendetta
Del popolo gli arditi noi siamo i fior più puri
Fiori non appassiti nel fango dei tuguri
Avanti, avanti siamo ribelli In lotta per un mondo di fratelli (di pace e di lavoro)
Voi spose e fidanzate
Il pianto via dal ciglio
Voi madri desolate non trattenete il figlio
Ma ognun corra a gettarsi
Nel mezzo della mischia
Dai corri, dai gettati, audace è sol chi rischia
Tiranni ed oppressoriIl duce, il papa il re
Non più vogliam signori ed ognuno farà da se
Del popolo gli arditi noi siamo i fior più puri
Fiori non appassiti nel fango dei tuguri.
“Tiranni ed oppressori,il duce, il papa il re non più vogliam signori ed ognuno farà da se” in questa frase c’è tutta la filosofia dell’anarchia cioè la negazione di qualunque forma di autorità.Nel testo scopriamo la voglia di cambiare ,di non esser più sfruttati nella prospettiva di una ricerca di un mondo migliore.La voglia di lottare per un mondo di fratelli di pace e di lavoro senza oppressori, liberi.
Beh un'iniziativa che appoggio! Perchè nn lo aggiorni il blog?
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