"Bella Ciao" è senza dubbio una delle canzoni più iconiche legate alla Resistenza italiana e alla lotta antifascista, ma la sua storia è stratificata e affonda le radici in un passato più complesso di quanto si creda comunemente.
Le origini di Bella Ciao sono oggetto di dibattito. Secondo alcuni studiosi, il brano potrebbe derivare da canti popolari del nord Italia, come Fior di tomba, una melodia tradizionale della zona padana. Altri individuano influenze yiddish o francesi risalenti al Cinquecento, il che conferisce alla canzone un carattere di contaminazione culturale.
Nonostante l'incertezza sulle sue radici precise, Bella Ciao si è consolidata come simbolo durante la Seconda Guerra Mondiale, essendo cantata dai partigiani italiani che combattevano contro l'occupazione nazista e il regime fascista.
Nella sua versione partigiana, il testo di Bella Ciao racconta la storia di un combattente pronto a sacrificare la propria vita per la libertà, opponendosi all'"invasore".
Nella versione delle mondine, la canzone diventa un potente atto di denuncia contro le dure condizioni di lavoro nelle risaie italiane, segnate da fatica estrema e sfruttamento da parte dei padroni. I versi riflettono l'oppressione vissuta, rappresentata simbolicamente dal "capo col bastone", emblema dell'autorità repressiva. Tuttavia, emerge anche un anelito di speranza: il desiderio di emancipazione e di un futuro in cui il lavoro sia libero e dignitoso.
(Bella ciao dei partigiani)
Una mattina mi son svegliato
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.
O partigiano portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.
Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
seppellire lassù in montagna
sotto l'ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e le genti che passeranno
mi diranno che bel fior.
E questo è il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà.
Alla mattina appena alzata
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
alla mattina appena alzata
in risaia mi tocca andar.
E fra gli insetti e le zanzare
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
e fra gli insetti e le zanzare
un dur lavoro mi tocca far.
Il capo in piedi col suo bastone
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
il capo in piedi col suo bastone
e noi curve a lavorar.
O mamma mia o che tormento
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
o mamma mia o che tormento
io t'invoco ogni doman.
Ed ogni ora che qui passiamo
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
ed ogni ora che qui passiamo
noi perdiam la gioventù.
Ma verrà un giorno che tutte quante
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
ma verrà un giorno che tutte quante
lavoreremo in libertà.
Nel 1994 i Modena City Ramblers hanno reinterpretato Bella Ciao in una versione che mescola il loro tipico stile folk con l'energia e la passione del brano originale.
Il gruppo ha dato così nuova vita alla canzone arricchendola con sonorità moderne e strumenti come il violino e la fisarmonica.
La canzone Bella Ciao, nata come simbolo della resistenza italiana, ha assunto nel tempo un significato universale di lotta per la libertà e i diritti civili.
È stata adottata in proteste e movimenti di liberazione in tutto il mondo, come durante le manifestazioni di Gezi Park a Istanbul nel 2013 contro il governo Erdogan e nelle commemorazioni per le vittime dell'attentato a Charlie Hebdo nel 2015. Nel 2017, Bella Ciao ha conosciuto una nuova ondata di popolarità grazie alla serie TV spagnola La Casa di Carta, dove è stata utilizzata come simbolo di ribellione e resistenza contro le autorità. Questa esposizione ha portato il brano a essere reinterpretato e tradotto in numerose lingue, rafforzandone il ruolo di inno globale. Il termine "invasore", presente nel testo, ha assunto nel tempo un significato più ampio, rappresentando qualsiasi forma di oppressione o autoritarismo. Questo ha permesso alla canzone di adattarsi a diversi contesti storici, politici e sociali, rendendola uno strumento potente per esprimere ideali di libertà, giustizia e solidarietà. Bella Ciao non è solo una canzone della Resistenza italiana, ma un simbolo universale che continua a ispirare chi combatte per la libertà e contro ogni forma di oppressione. Che sia cantata nelle piazze o reinterpretata in nuovi contesti culturali, il suo messaggio di speranza e resistenza rimane vivo e attuale.
●COVER
- 1967 Milva nell'album I Successi (versione mondine)
- 1994 Modena City Ramblers nell'album Riportando Tutto a Casa
- 1996 Giovanna Daffini nell'album Amore Mio Non Piangere
- 1997 Motivés nell'album Chants De Lutte
- 2002 Giovanna Marini nell'album Il fischio del vapore (versione mondine)
- 2010 Giorgio Gaber nell'album Italian Classics:Giorgio Gaber Collection, Vol.2
- 2018 Goran Bregovic nell'album Welcome to Goran Bregovic
- 2019 Banda bassotti nell'album La Brigata Internazionale
- 2019 Marlene Kuntz e Skin “MK30 – Covers & Rarities”
- 2023 Francesco Guccini "Canzoni da osteria"
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