La musica può fare riflettere, sognare,capire e ricordare.
Questa canzone Rachel and the storm cantata dalla Casa del vento ( la parte in inglese cantata da Elisa) ricorda una ragazza di 23 anni, Rachel Corrie.
Pacifista statunitense che si oppose col proprio corpo alle ruspe israeliane che distruggevano le case dei palestinesi a Gaza dalle quali, purtroppo, venne schiacciata il 16 Marzo 2003.
Il testo della canzone si ispira ad una poesia che Rachel scrisse alla madre pochi giorni prima di morire.
E' arrivato il momento
Io non posso aspettare
E' un momento perfetto
Per decidere di andare.
Vorrei farvi vedere
L'arida terra su cui cammino
Tutti i segni del fuoco
E dove crescono i loro bambini.
Not in some distant place
Not a far away day
If I stuble and fall down
I will stand up again.
In the light of the dawn
I'll see the birds soar beyond the wall
I'll give them my strenght
I cannot believe in the end of the world.
And so I shall go
In the rage of the storm
'cos only on earth
I find heaven.
Rachel hold her head high
Against the storm.
Come il cielo e la terra
Noi ci incontreremo
Dopo il sogno e la veglia
Noi ci incammineremo.
We dance on the edge
We challenge the fear of the void
We cannot allow
This fall towards the end of the world.
And so I shall go
In the rage of the storm
'cos only on earth
I find heaven.
Rachel hold her head high
Against the storm.
Rachel hold her head high
Against the storm.
Era una studentessa.
Si adagiò in traiettoria del Bulldozer di 9 tonnellate, disarmata e chiaramente visibile (portava un giubbetto fluorescente !!!).
La ruspa guidata da un soldato israeliano, sotto gli ordini del suo comandante, la travolse.
Il 16 marzo del 2003 Rachel difendeva con il proprio corpo non solo le sue idee ma anche il diritto della popolazione palestinese ad avere un’abitazione, una terra .
Tempo di mesto memoriale,
RispondiEliminadi compassionevole ricordo.
Con passione,
mi ricordo.
Quando la rozza gesta umana
si veste di angelico aulico,
e profusa di empatia e intima comprensione
giunge al passo più tragico,
l'immolazione.
Il sacrificio della propria vita,
affinché dal proprio sangue versato
possa tornare a germogliare l'arbusto dello speranza,
primo innesto di una pace che ha radici antiche,
nonostante le affilate cesoie di un odio tirannico
come quello dell'esercito israeliano.
Rachel Corrie non è dunque morta invano,
se è vero e io l'ho potuto proprio in Palestina verificare,
che il suo esempio, il suo straordinario altruismo,
spinto ad un livello estremo,
ha sospinto molti altri, uomini e donne,
da diversi angoli del mondo
dopo di Lei,
ha ripercorrere quelle stesse vie di empatia e umana comprensione
che sono l'unica chiave d'accesso
verso l'evacuazione da ogni conglitto.
Vittorio alias guerrilla radio,
che si alternano spesso.
ps.
Joe Carr,
fraterno alleato di guerrilla radio,
mi ha inviato il suo ricordo di Rachel,
collegandolo ad un altro martire della pace ultimamente scomparso:
Tom Fox, ucciso in Iraq da uno dei gruppi di guerriglieri di cui è dubbia la provenienza.
Joe ha conosciuto sia Rachel che Tom,
sono giorni duri per lui,
ma il suo invito è il mio medesimo,
a ripercorrere l'esempio di chi ha dato la vita inseguendo con determinazione
ogni lotta per la pace, la giustizia,
la libertà.
così sia,
e da queste parti così è.
g.r