lunedì, marzo 13, 2006

Rachel and the storm -Casa del vento

 

La musica può fare riflettere, sognare,capire e ricordare.
Questa canzone Rachel and the storm cantata dalla Casa del vento ( la parte in inglese cantata da Elisa) ricorda una ragazza di 23 anni, Rachel Corrie.
Pacifista statunitense che si oppose col proprio corpo alle ruspe israeliane che distruggevano le case dei palestinesi a Gaza dalle quali, purtroppo, venne schiacciata il 16 Marzo 2003.
Il testo della canzone si ispira ad una poesia che Rachel scrisse alla madre pochi giorni prima di morire.

E' arrivato il momento Io non posso aspettare E' un momento perfetto Per decidere di andare. Vorrei farvi vedere L'arida terra su cui cammino Tutti i segni del fuoco E dove crescono i loro bambini. Not in some distant place Not a far away day If I stuble and fall down I will stand up again. In the light of the dawn I'll see the birds soar beyond the wall I'll give them my strenght I cannot believe in the end of the world. And so I shall go In the rage of the storm 'cos only on earth I find heaven. Rachel hold her head high Against the storm. Come il cielo e la terra Noi ci incontreremo Dopo il sogno e la veglia Noi ci incammineremo. We dance on the edge We challenge the fear of the void We cannot allow This fall towards the end of the world. And so I shall go In the rage of the storm 'cos only on earth I find heaven. Rachel hold her head high Against the storm. Rachel hold her head high Against the storm.

Era una studentessa.
Si adagiò in traiettoria del Bulldozer di 9 tonnellate, disarmata e chiaramente visibile (portava un giubbetto fluorescente !!!).
La ruspa guidata da un soldato israeliano, sotto gli ordini del suo comandante, la travolse.
Il 16 marzo del 2003 Rachel difendeva con il proprio corpo non solo le sue idee ma anche il diritto della popolazione palestinese ad avere un’abitazione, una terra .
 

 
“Vi voglio bene. Mi mancate davvero. Ho degli incubi terribili, sogno i carri armati e i bulldozer fuori dalla nostra casa, con me e voi dentro…….Se la vita e il benessere di qualcuno di noi fossero completamente soffocati, se vivessimo con i nostri bambini in un posto che ogni giorno diventa più piccolo, sapendo, grazie alle nostre esperienze passate, che i soldati e i carri armati e i bulldozer ci possono attaccare in qualunque momento e distruggere tutte le serre che abbiamo coltivato da tanto tempo, e tutto questo mentre alcuni di noi vengono picchiati e tenuti prigionieri assieme a 149 altri per ore: non pensate che forse cercheremmo di usare dei mezzi un po' violenti per proteggere i frammenti che ci restano? Ci penso soprattutto quando vedo distruggere gli orti e le serre e gli alberi da frutta: anni di cure e di coltivazione. Penso a voi, e a quanto tempo ci vuole per far crescere le cose e quanta fatica e quanto amore ci vuole. Penso che in una simile situazione, la maggior parte della gente cercherebbe di difendersi come può. Penso che lo farebbe lo zio Craig. Probabilmente la nonna la farebbe. E penso che lo farei anch'io…..Ma voglio anche che questo finisca. Quello che provo è incredulità mista a orrore. Delusione. Sono delusa, mi rendo conto che questa è la realtà di base del nostro mondo e che noi ne siamo in realtà partecipi. Non era questo che avevo chiesto quando sono entrata in questo mondo. Non era questo che la gente qui chiedeva quando è entrata nel mondo. Non è questo il mondo in cui tu e papà avete voluto che io entrassi, quando avete deciso di farmi nascere….” Tratto da un e-mail di Rachel alla madre il 27 Febbraio 2003
 


1 commento:

  1. Tempo di mesto memoriale,
    di compassionevole ricordo.
    Con passione,
    mi ricordo.

    Quando la rozza gesta umana
    si veste di angelico aulico,
    e profusa di empatia e intima comprensione
    giunge al passo più tragico,
    l'immolazione.

    Il sacrificio della propria vita,
    affinché dal proprio sangue versato
    possa tornare a germogliare l'arbusto dello speranza,
    primo innesto di una pace che ha radici antiche,
    nonostante le affilate cesoie di un odio tirannico
    come quello dell'esercito israeliano.

    Rachel Corrie non è dunque morta invano,
    se è vero e io l'ho potuto proprio in Palestina verificare,
    che il suo esempio, il suo straordinario altruismo,
    spinto ad un livello estremo,
    ha sospinto molti altri, uomini e donne,
    da diversi angoli del mondo
    dopo di Lei,
    ha ripercorrere quelle stesse vie di empatia e umana comprensione
    che sono l'unica chiave d'accesso
    verso l'evacuazione da ogni conglitto.

    Vittorio alias guerrilla radio,
    che si alternano spesso.

    ps.
    Joe Carr,
    fraterno alleato di guerrilla radio,
    mi ha inviato il suo ricordo di Rachel,
    collegandolo ad un altro martire della pace ultimamente scomparso:
    Tom Fox, ucciso in Iraq da uno dei gruppi di guerriglieri di cui è dubbia la provenienza.
    Joe ha conosciuto sia Rachel che Tom,
    sono giorni duri per lui,
    ma il suo invito è il mio medesimo,
    a ripercorrere l'esempio di chi ha dato la vita inseguendo con determinazione
    ogni lotta per la pace, la giustizia,
    la libertà.

    così sia,
    e da queste parti così è.
    g.r

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