Nu servu tempu fa d’intra na piazza Prigava a Cristu in cruci e ci dicia: “Cristu, lu mi padroni mi strapazza mi tratta comu un cani pi la via. Si pigghia tuttu cu la sua manazza Mancu la vita mia dici che è mia Distruggila Gesù sta malarazza! Distruggila Gesù fallu pi mmia! …fallu pi mia!” Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti! Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti! E Cristu m’arrispunni dalla cruci: “Forsi si so spizzati li to vrazza? Cu voli la giustizia si la fazza! Nisciuni ormai chiù la farà pi ttia! Si tu si un uomo e nun si testa pazza, ascolta beni sta sentenzia mia, ca iu ‘nchiodatu in cruci nun saria s’avissi fattu ciò ca dicu a ttia. Ca iù ‘inchiadatu in cruci nun saria!” Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti! Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
[Traduzione] Un servo tempo fa dentro una piazza Pregava Cristo in croce e gli diceva: “Cristo, il mio padrone mi strapazza Mi tratta come un cane per la strada. Si prende tutto con la sua manaccia, Neanche la vita mia dice che è mia, Distruggila Gesù 'sta malarazza! Distruggila Gesù, fallo per me! ...fallo per me!” Tu ti lamenti, ma di che ti lamenti? Prendi un bastone e tira fuori i denti! Tu ti lamenti, ma di che ti lamenti? Prendi un bastone e tira fuori i denti! E Cristo gli risponde dalla croce: “Forse che ti si son rotte le braccia? Chi vuole la giustizia, se la faccia! Nessuno più oramai la farà per te! Se tu sei un uomo e non sei testa pazza, Ascolta bene quel che ti ho da dire, Ché io inchiodato in croce non sarei Se avessi fatto quel che dico a te. Ché io inchiodato in croce non sarei!” Tu ti lamenti, ma di che ti lamenti? Prendi un bastone e tira fuori i denti! Tu ti lamenti, ma di che ti lamenti? Prendi un bastone e tira fuori i denti!
Il termine "malarazza" è una parola del dialetto siciliano che si traduce letteralmente come "cattiva razza" ed indica una persona o un gruppo di persone malvagie, oppressive o ingiuste. Il testo, in dialetto siciliano, narra la storia di un servo maltrattato e picchiato da un padrone prepotente e oppressore. Disperato, il servo si rivolge a Gesù, implorando giustizia. La risposta di Gesù, tuttavia, lo esorta all'autodeterminazione: se vuole giustizia, deve combattere e difendersi da solo, poiché nessuno lo farà al posto suo. La canzone denuncia le ingiustizie e la disperazione di chi vive oppresso da un destino infelice, intrappolato in una realtà di povertà e disuguaglianza e combina una forte denuncia sociale con un messaggio di lotta e resistenza.
●COVER
- Roy Paci nell'album Parola d'onore 2005
- Ginevra Di Marco nell'album Stazioni lunari prende terra a puerto libre 2006
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