mercoledì, ottobre 30, 2019

A sangue freddo - Il Teatro degli Orrori


La musica può fare riflettere, sognare,capire e ricordare.
A sangue freddo è il primo singolo estratto dal secondo album pubblicato nel 2009 del gruppo Il Teatro degli Orrori.  Il brano è dedicato al poeta ed attivista nigeriano Ken Saro-Wiwa, condannato a morte nel 1995.

Non ti ricordi di Ken Saro Wiwa? il poeta nigeriano un eroe dei nostri tempi Non ti ricordi di Ken Saro Wiwa? perché troppo ha amato l’hanno ammazzato davanti a tutti bugiardi dentro, fuori assassini, vigliacchi in divisa. Generazioni intere ingannate per sempre, a sangue freddo. Ken Saro Wiwa è morto evviva Ken Saro. Non è il tetto che perde, non sono le zanzare, non è il cibo meschino, non basterebbe a un cane, non è il nulla del giorno che piano sprofonda nel vuoto della notte, sono le menzogne, che ti rodono l’anima, in agguato, come sempre, la paura di morire. Non ti ricordi di Ken Saro Wiwa? il poeta nigeriano un eroe dei nostri tempi non ti ricordi di Ken Saro Wiwa? perché troppo ha amato l’hanno ammazzato davanti a tutti. Io non mi arrendo mi avrete soltanto con un colpo alle spalle. Io non dimentico, e non mi arrendo. Io non mi arrendo, è nell’indifferenza che un uomo, un uomo vero, muore davvero. Quanto è grande il cuore di Ken Saro Wiwa? Forse l’Africa intera. Il nulla del giorno sprofonda piano nel vuoto della notte. Avete ucciso Wiwa, ladri in limousine, che dio vi maledica. Pagherete tutto, e pagherete caro. Hanno ammazzato Ken Saro Wiwa, Saro Wiwa è ancora vivo. Hanno ammazzato Ken Saro Wiwa, Saro Wiwa è ancora vivo. Bugiardi dentro, fuori assassini, vigliacchi in divisa. Generazioni intere ingannate per sempre, a sangue freddo.
 
 
 
« Io sono un uomo di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa povertà del mio popolo che vive su una terra molto generosa di risorse; provo rabbia per la devastazione di questa terra; provo fretta di ottenere che il mio popolo riconquisti il suo diritto alla vita e a una vita decente. Così ho dedicato tutte le mie risorse materiali ed intellettuali a una causa nella quale credo totalmente, sulla quale non posso essere zittito. Non ho dubbi sul fatto che, alla fine, la mia causa vincerà e non importa quanti processi, quante tribolazioni io e coloro che credono con me in questa causa potremo incontrare nel corso del nostro cammino. Né la prigione né la morte potranno impedire la nostra vittoria finale» 
  Ken Saro-Wiwa

Ken Saro-Wiwa, scrittore, poeta, nigeriano,finito in galera con l'accusa di aver provocato la morte di quattro persone nel corso di una manifestazione di massa. Accusa fondata solo sulla base di testimoni, che poi hanno ritrattato e confessato di essere stati costretti a giurare il falso. A giugno 2009 la compagnia petrolifera Shell decise di pagare 15 milioni e mezzo di dollari per non essere imputata in un processo come collaboratrice del regime militare nigeriano, e quindi responsabile anche dell'uccisione di Ken Saro Wiwa.

Non è il tetto che perde
e nemmeno le zanzare che ronzano
nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
quando il secondino ti chiude dentro.
Non è la meschina razione
insufficiente per un uomo o per una bestia
neanche il vuoto delle giornate
che sprofonda nel baratro della notte
non è
non è
non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
le orecchie per un'intera generazione
è il poliziotto che corre come un pazzo sanguinario
ed esegue spietati ordini omicidi
in cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
la punizione ingiusta, e lo sa bene,
la decrepitezza morale
l'inettitudine mentale
che dà alla dittatura una falsa legittimazione
la vigliaccheria travestita da obbedienza
in agguato nelle nostre anime denigrate
è la paura di calzoni bagnati
non osiamo eliminare la nostra urina
è questo
è questo
è questo
caro amico, che trasforma il nostro mondo libero
in una tetra prigione.

“La vera prigione”, di Ken Saro Wiwa




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