mercoledì, gennaio 07, 2009

Linea Gotica - C.S.I.




La musica può fare riflettere, sognare,capire e ricordare.
"Linea Gotica" è una canzone del gruppo italiano C.S.I. (Consorzio Suonatori Indipendenti), pubblicata nel 1996 nell'album omonimo. Scritta da Giovanni Lindo Ferretti, con musiche di Maroccolo, Magnelli, Canali e Zamboni, il brano richiama eventi della Seconda Guerra Mondiale, l'occupazione nazifascista e la Resistenza italiana.
Contiene riferimenti al libro "I ventitré giorni della città di Alba" di Beppe Fenoglio, e a figure come Germano Nicolini ("comandante Diavolo") e Giuseppe Dossetti ("monaco obbediente").
Occorre essere attenti per essere padroni di se stessi occorre essere attenti
Occorre essere attenti occorre essere attenti e scegliersi la parte dietro la Linea Gotica 
La Linea Gotica fu una linea difensiva fortificata costruita dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale nell’Italia centro-settentrionale. Si estendeva per oltre 300 km, dall’attuale provincia di Massa-Carrara (versante tirrenico) fino a Pesaro e Urbino (versante adriatico), seguendo l’Appennino.
Concepita per rallentare l’avanzata degli Alleati verso il nord Italia e il Reich, fu teatro di sanguinosi scontri tra le truppe tedesche e quelle alleate. Il comando tedesco adottò una strategia di ritirata combattuta, per infliggere il massimo delle perdite al nemico.
Il sistema difensivo includeva trincee, bunker, fossati e sfruttava le difficili condizioni del terreno montuoso. E’ stato calcolato che la Wehrmacht perse sulla Linea Gotica circa 75.000 uomini mentre gli Alleati circa 65.000.
Oggi, i luoghi della Linea Gotica ospitano itinerari di memoria con monumenti, cippi e resti delle fortificazioni, a ricordo delle battaglie e delle sofferenze della guerra.
Comandante Diavolo Monaco Obbediente Giovane Staffetta Ribelle Combattente
La mia piccola patria dietro la Linea Gotica sa scegliersi la parte...

Giuseppe Dossetti "monaco obbediente": Dopo l’8 settembre 1943 e la caduta del fascismo, partecipò attivamente alla Resistenza nel Reggiano, ricoprendo ruoli politici e organizzativi come membro del CLN di Cavriago e successivamente presidente del CLN provinciale di Reggio Emilia. Scelse di essere un partigiano disarmato per motivi di coscienza religiosa, contribuendo comunque alla lotta antifascista, anche in episodi come la battaglia di Ca’ Marastoni nel 1945.La sua azione mirava a dare alla Resistenza un contenuto cristiano e democratico, promuovendo un equilibrio tra azione militare e indirizzo politico, e cercando di evitare vendette e giustizialismi nel dopoguerra. Nel dopoguerra fu deputato all'Assemblea Costituente e protagonista nella stesura della Costituzione italiana, portando avanti posizioni sociali avanzate all'interno della Democrazia Cristiana.

Germano Nicolini detto "comandante Diavolo": fu una figura di spicco della Resistenza emiliana durante la Seconda guerra mondiale. Nato a Fabbrico nel 1919, ex ufficiale dell’esercito italiano, si unì ai partigiani dopo l’8 settembre 1943, diventando comandante del 3º Battaglione della 77ª Brigata SAP "Fratelli Manfredi", con circa 900 uomini al suo comando. Celebre per il suo coraggio e soprannominato "Diavolo" per una spettacolare fuga dai tedeschi, prese parte a numerose azioni armate e fu ferito in combattimento. Dopo la Liberazione, fu nominato comandante della piazza di Correggio, distinguendosi per il suo senso di giustizia, anche nei confronti dei fascisti catturati.
Nel 1947 fu ingiustamente accusato dell’omicidio di don Umberto Pessina, e condannato a 22 anni di carcere, dei quali scontò 10. Fu completamente scagionato solo nel 1994, quando si scoprì che la testimonianza decisiva contro di lui era stata estorta con la tortura.
Decorato con la medaglia d’argento al valor militare, Nicolini è ricordato come un eroe della Resistenza, simbolo di coraggio, integrità e memoria antifascista. Morì nel 2020, a 100 anni.

Beppe Fenoglio: Partigiano, scrittore e traduttore italiano e tra i principali narratori della Resistenza. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, si unì ai partigiani e combatté fino alla fine della guerra.
Le sue opere sono profondamente influenzate dall'esperienza nel mondo rurale delle Langhe e dalla guerra partigiana, raccontate con uno stile che fonde cronaca e linguaggio epico. Dopo la guerra lavorò come impiegato e traduttore dall'inglese, lingua che conosceva a fondo e che influenzò la sua scrittura. È ricordato per la potenza espressiva e l'autenticità con cui raccontò la Resistenza e la vita contadina.
Il suo romanzo più famoso e da molti considerato il migliore, Il partigiano Johnny, venne pubblicato postumo per la prima volta nel 1968. Morì a Torino, a soli 40 anni, di cancro ai bronchi.

 





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