La musica può fare riflettere, sognare,capire e ricordare.
Piazza Alimonda" è una canzone scritta e interpretata da Francesco Guccini, pubblicata nell’album "Ritratti" del 2004. "Piazza Alimonda"è una canzone di grande intensità .
Il testo altamente toccante raffigura una Genova nei giorni del G8, fatta di caldo torrido,morte e follia.
Dentro gli uffici uomini freddi discutono la strategia e uomini caldi esplodono un colpo secco, morte e follia. Si rompe il tempo e l'attimo, per un istante, resta sospeso, appeso al buio e al niente, poi l'assurdo video ritorna acceso; marionette si muovono, cercando alibi per quelle vite dissipate e disperse nell'aspro odore della cordite. Genova non sa ancora niente, lenta agonizza, fuoco e rumore, ma come quella vita giovane spenta, Genova muore. Per quanti giorni l'odio colpirà ancora a mani piene.
La canzone dipinge Genova come una città incastonata tra mare e monti, sconvolta dalle giornate di tragica tensione sociale. Pur senza nominare esplicitamente Carlo Giuliani, Guccini rievoca la ferita ancora aperta di quei giorni e il bisogno, quasi inevitabile, di trovare una giustificazione alla morte di una vita così giovane. Il testo è attraversato da immagini urbane e umane, che alternano la violenza degli scontri alla mesta ripresa della quotidianità.
Nel finale emerge l’immagine di una città ferita ma non piegata. Piazza Alimonda torna lentamente alla normalità, ma solo quasi: la memoria di quanto accaduto resta, viva e indelebile, nella coscienza collettiva.
La Lanterna impassibile guarda da secoli gli scogli e l'onda. Ritorna come sempre, quasi normale, piazza Alimonda. La "salvia splendens" luccica, copre un'aiuola triangolare, viaggia il traffico solito scorrendo rapido e irregolare. Dal bar caffè e grappini, verde un'edicola vende la vita. Resta, amara e indelebile, la traccia aperta di una ferita.
«Non volevo fare una canzone dichiaratamente di parte, non per paura o pudore, ma perché preferivo un atteggiamento più soffice, anche se è poi solo apparentemente soffice. Una mattina, nel dormiveglia, mi è venuta l'idea di cominciare con Genova… cercare di descrivere Genova, che è una città curiosa, tra l'altro è la prima grande città che abbia mai visto nella mia vita, molti anni fa. Genova è lunga, schiacciata sul mare, sembra quasi cercare un 'respiro' a largo. Quindi, partendo dall'immagine di Genova, ho immaginato che mentre in città accadevano queste cose violente, fuori magari c'era un pensionato con un cane che passeggiava. Così mi è venuta questa idea.Sono stato diverse volte a Genova negli ultimi tempi. L´ho guardata bene, ho visitato anche piazza Alimonda e ho notato che c´è davvero un´aiuola triangolare. Non è colpa mia se dentro c´è la salvia splendens con il fiore rosso.
L´idea è venuta di lì. È l´ultima canzone che ho scritto, l´ho finita il giorno di Santo Stefano. Qualche settimana fa mi ha chiamato il padre di Carlo Giuliani per altri motivi e ho capito che sapeva della canzone. Si era già sparsa la voce, non so come. Mi ha detto che l´avrebbe ascoltata.» Francesco Guccini
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