mercoledì, luglio 11, 2007

L’unica superstite -Modena City Ramblers



La musica può fare riflettere, sognare,capire e ricordare.
L’unica superstite è una canzone dei Modena City Ramblers, pubblicata originariamente nell’album La Grande Famiglia nel 1996 e successivamente inclusa anche nell’album Appunti Partigiani del 2004.
Il brano racconta una delle pagine più dolorose della storia italiana, ispirandosi alla strage di Bettola, una feroce rappresaglia nazista avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale. 
Ma la casa bruciava e sarebbe caduta su Lilli come un colpo di grazia è molto difficile scappare lontano a undici anni con la gola ferita e sentiva le grida mischiate agli spari e le bestie nitrire impazzite e le voci metalliche degli ufficiali e sentiva il calore del fuoco
Nella notte tra il 23 e il 24 giugno 1944, i militari tedeschi circondarono la locanda della Bettola e alcune abitazioni vicine. Tutti i presenti furono catturati, separati in gruppi e brutalmente uccisi con armi da fuoco, bastonati a morte, e infine i loro corpi vennero dati alle fiamme insieme agli edifici. In quella tragica notte persero la vita 32 persone, tra cui donne, bambini e anziani. Tra le vittime anche il piccolo Piero Varini, di appena 15 mesi, barbaramente gettato vivo tra le fiamme.
Il brano è dedicato a Liliana Del Monte, detta "Lilli", unica superstite dell’eccidio: all’epoca aveva solo undici anni e riuscì miracolosamente a sfuggire alla furia delle SS. Liliana era anche cugina di secondo grado di Alberto Cottica, fisarmonicista del gruppo.
poi Lilli è guarita e la guerra è finita e i tedeschi se ne sono partiti ma per molti anni ha sognato gli spari e non le usciva la voce.
Ora Lilli vive una vita serena ed è nonna di tanti nipoti ma a volte si sveglia con gli occhi aperti nel buio e rivede la Bettola in fiamme.

La conclusione del brano, in cui Lilli, ormai anziana e nonna, rivede nella mente le fiamme di quel giorno, mette in luce come i traumi del passato possano riaffiorare e restare impressi per sempre, nonostante il tempo trascorso. La sua forza nel sopravvivere e nel raccontare ciò che ha vissuto diventa un atto di memoria collettiva. Le rappresaglie casa per casa, le voci metalliche dei soldati, le abitazioni incendiate: questi non sono solo i ricordi e gli incubi di Lilli, ma anche quelli di tanti altri italiani che sono riusciti a scampare alla ferocia nazista.













Nessun commento:

Posta un commento