Siamo i ribelli della montagna, nota anche come Dalle belle città, è una delle canzoni più rappresentative della Resistenza italiana.
Il testo fu scritto da Emilio Casalini, detto "Cini", con il contributo dei compagni del Quinto Distaccamento della III Brigata Garibaldi "Liguria".
La musica fu composta da Angelo Rossi, soprannominato "Lanfranco", uno studente di musica. L'ispirazione nacque in condizioni difficili, presso la cascina Grilla, una struttura danneggiata situata sull'Appennino ligure-piemontese.
Cini scrisse il testo su carta da imballo usando una pietra come tavolo, mentre i partigiani collaboravano suggerendo parole e temi in un processo collettivo.
Lanfranco compose la melodia durante i turni di guardia, annotandola su carta da pacchi.
La canzone, completata nel marzo 1944 sul monte Tobbio (provincia di Alessandria), divenne un simbolo del coraggio e dello spirito di libertà dei partigiani durante la lotta contro il nazifascismo.
Siamo i ribelli della montagna celebra la storia e il sacrificio di molti giovani che scelsero la via delle montagne per combattere il nazifascismo, rappresentando un inno alla libertà e alla lotta per la dignità umana.
Il brano racconta il viaggio simbolico di coloro che, lasciando le città oppresse, trovavano rifugio e libertà tra le montagne, incarnando la lotta per la giustizia e l’opposizione all'oppressione.
Dalle belle città date al nemico fuggimmo un dì su per l'aride montagne, cercando libertà tra rupe e rupe, contro la schiavitù del suol tradito. Lasciammo case, scuole ed officine, mutammo in caserme le vecchie cascine, armammo le mani di bombe e mitraglia, temprammo i muscoli ed i cuori in battaglia. Siamo i ribelli della montagna, viviam di stenti e di patimenti, ma quella fede che ci accompagna sarà la legge dell'avvenir ma quella fede che ci accompagna sarà la legge dell'avvenir. Di giustizia è la nostra disciplina, libertà è l'idea che ci avvicina, rosso sangue è il color della bandiera partigiani della folta e ardente schiera. Sulle strade dal nemico assediate lasciammo talvolta le carni straziate. sentimmo l'ardor per la grande riscossa, sentimmo l'amor per la patria nostra. Siamo i ribelli della montagna...
Nel 1995, il gruppo musicale italiano Üstmamò ha realizzato una reinterpretazione di Siamo i ribelli della montagna, inserendola nell'album commemorativo Materiale resistente: 1945-1995.
"Siamo i ribelli della montagna" ( versione "resistente") è presente come ultima traccia nell'album Üst, il terzo lavoro in studio degli Üstmamò.
Questo album è stato pubblicato nel 1996 dall'etichetta Virgin.
Questa rivisitazione ha reso omaggio alla Resistenza italiana ai suoi ideali di libertà e giustizia, riaffermando il valore storico e culturale del brano.
Alla fine della canzone viene scandita più volte questa citazione "Aldo dice 26 per uno".
Il messaggio "Aldo dice 26 per uno" era un codice utilizzato dai partigiani italiani per comunicare in modo sicuro e segnalare l'inizio delle insurrezioni armate contro le forze nazifasciste nell'aprile del 1945. Questa comunicazione era fondamentale per mantenere la segretezza delle operazioni e garantire la coordinazione tra le diverse unità partigiane.
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