La musica può fare riflettere, sognare,capire e ricordare.
"Cara maestra" è un brano emblematico di Luigi Tenco, pubblicato nel 1962, che rappresenta una forte critica sociale e politica.
Luigi Tenco insieme a Fabrizio De André, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Umberto Bindi, Giorgio Calabrese, i fratelli Gian Franco e Gian Piero Reverberi e altri, fu uno degli esponenti della cosiddetta "scuola genovese"
.Il brano Cara maestra pubblicato nel 1962 fu "censurato", in particolare per la parte di testo che critica esplicitamente la chiesa e viene ritenuto dalla commissione d’ascolto come “un comizio politico” inaccettabile.
A causa di questa canzone di denuncia Tenco viene allontanato dalle trasmissioni RAI per due anni.
"Cara maestra, un giorno m'insegnavi che a questo mondo noi, noi siamo tutti uguali; ma quando entrava in classe il Direttore tu ci facevi alzare tutti in piedi, e quando entrava in classe il bidello ci permettevi di restar seduti"
Tenco, attraverso un linguaggio semplice e diretto, mette in discussione le gerarchie, le convenzioni e i valori che la società impone. È un inno alla libertà di pensiero e un invito a mettere in discussione l'autorità.
Il brano mette in evidenza
come queste autorità sostengano l'uguaglianza e l'equità, ma poi agiscano
in modo diverso nella pratica.
"Mio buon curato, dicevi che la chiesa è la casa dei poveri, della povera gente; però hai rivestito la tua chiesa di tende d'oro e marmi colorati; come può adesso un povero che entra sentirsi come fosse a casa sua?"
"Io appunto una volta avevo fatto una canzoncina che diceva: "Mio buon
curato..." eccetera. Non era niente di terribile. Solo qua e là un
filino di ironia. Risultato: due anni senza metter piede alla TV".
Luigi Tenco
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