Il volo Itavia 870 decolla in ritardo ma senza apparenti problemi fino alla scomparsa dai radar alle 20:59. La perdita di 81 vite umane segna una delle più grandi tragedie della storia dell'aviazione civile italiana. Subito dopo il disastro, si ipotizzano varie cause: cedimenti strutturali dell'aereo, esplosioni interne o collisioni con altri velivoli. L'assenza di una chiara comunicazione alimenta sospetti e tensioni. Per anni la tragedia viene avvolta da un inquietante silenzio. Solo a metà degli anni '80, grazie alla mobilitazione di intellettuali e all'azione dell'Associazione dei Parenti delle Vittime, si riaccende l'attenzione sul caso. Le perizie tecniche indicano inizialmente un missile come causa probabile, ma pressioni politiche e contrasti tra esperti complicano l'accertamento della verità. Il giudice Rosario Priore conclude nel 1999 che il DC-9 fu abbattuto durante un'azione militare di intercettamento, un "atto di guerra non dichiarata" avvenuto nei cieli italiani. Processi successivi contro i vertici dell'Aeronautica non portano a condanne definitive. Le assoluzioni e le prescrizioni lasciano un senso di ingiustizia, confermando l'assenza di colpevoli identificati e la persistente difficoltà di ottenere trasparenza. La strage di Ustica rimane un simbolo di mancata chiarezza e di ingiustizia per molte famiglie delle vittime.
Mangiafuoco sono io - Strage di Ustica
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