La strage di Portella della Ginestra avvenne il 1º maggio 1947 in Sicilia, durante una manifestazione pacifica per la Festa dei Lavoratori. Contadini, sindacalisti, donne e bambini si erano riuniti nella località di Portella della Ginestra, vicino Piana degli Albanesi quando improvvisamente la banda armata di Salvatore Giuliano aprì il fuoco sulla folla. L’attacco provocò undici morti sul colpo, tra cui anche bambini, e oltre trenta feriti, alcuni dei quali morirono nei giorni successivi.Tra loro anche bambini giovanissimi come Giuseppe Di Maggio (12 anni) e Vincenzina La Fata (8 anni).La responsabilità materiale fu attribuita a Salvatore Giuliano, un noto bandito siciliano che aveva già compiuto azioni violente. Tuttavia, Giuliano non fu mai processato, poiché venne ucciso nel 1950. Le vere motivazioni della strage, però, restano oggetto di dibattito: ufficialmente l’odio di Giuliano verso i comunisti, ma si sospetta un coinvolgimento più ampio di mafia, latifondisti, politici conservatori e forse anche dei servizi segreti americani, interessati a bloccare l’ascesa della sinistra in Sicilia nel contesto della Guerra Fredda. La strage fu anche un duro colpo per la democrazia nascente in Italia, appena uscita dalla guerra e dalla dittatura fascista. In seguito all'eccidio, si registrarono nuovi attacchi contro sedi sindacali e partiti di sinistra, in un clima di crescente violenza e repressione.
La strage di Portella della Ginestra. Raccontata da Emilio Gentile
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