Il 5 marzo 1943 gli operai della Fiat Mirafiori di Torino diedero inizio a un grande sciopero antifascista, un evento cruciale nella storia italiana. Conosciuto come gli "Scioperi del marzo 1943", rappresentò la prima protesta di massa contro il regime fascista e la guerra. Alle 10 del mattino, gli operai dell'Officina 19 dello stabilimento fermarono le macchine, nonostante il divieto della direzione di azionare la sirena, che solitamente segnalava l'inizio delle agitazioni. Il gesto di Leo Lanfranco, un manutentore specializzato, fu decisivo per l'avvio dello sciopero, malgrado i tentativi della dirigenza di impedirlo. Le richieste dei lavoratori includevano il pagamento dell'indennità di sfollamento per tutti, non solo per gli sfollati, oltre a miglioramenti economici come l'aumento dei salari e del razionamento alimentare. Lo sciopero si diffuse rapidamente ad altre fabbriche torinesi e poi a Milano e in altre città del Nord, coinvolgendo oltre 100.000 lavoratori tra il 5 e il 17 marzo. La repressione fu dura: 850 operai vennero arrestati, ma le principali rivendicazioni furono accolte, portando alla ripresa del lavoro il 18 marzo. Gli scioperi del marzo 1943 segnarono una svolta decisiva nella Resistenza italiana e nella lotta contro il regime fascista.
Il 5 marzo 1943 la sirena della fabbrica, che suonava regolarmente ogni mattina alle dieci, rimase silenziosa: il segnale che doveva far partire il primo sciopero dopo diciotto anni di niente era stato disinnescato dalla direzione.
Nessun commento:
Posta un commento