mercoledì, dicembre 18, 2024

Sante Caserio ­- Les Anarchistes



La ballata di Sante Caserio è una canzone scritta nel 1900 dal poeta e giurista anarchico Pietro Gori.
Tra le sue opere più celebri figurano altri brani anarchici popolari come Addio a Lugano, Stornelli d'esilio e Inno del Primo Maggio.
 Gori adattava spesso i suoi testi a melodie già esistenti, rendendoli facilmente accessibili e memorabili per il pubblico. 
Pietro Gori, figura centrale dell'anarchismo italiano, si distinse per il suo impegno politico, culturale e legale, diventando un simbolo della lotta contro le ingiustizie nonostante le repressioni subite. Pietro Gori è sepolto a Rosignano Marittimo, dove il suo monumento, restaurato dopo i danni subiti durante il fascismo, lo celebra. Targhe commemorative a Portoferraio, Piombino e Castagneto Carducci ricordano la sua figura, simbolo di un ideale anarchico basato su amore, giustizia e libertà.
La ballata di Sante Caserio è un omaggio all'anarchico Sante Caserio che assassinò il presidente francese Sadi Carnot nel 1894. 

I versi che scrisse Pietro Gori:
Lavoratori a voi diretto è il canto di questa mia canzon che sa di pianto e che ricorda un baldo giovin forte che per amor di voi sfidò la morte. A te, Caserio, ardea nella pupilla de le vendette umane la scintilla, ed alla plebe che lavora e geme donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva il sole; il popolo tiranni più non vuole.
Sante Caserio (8 settembre 1873 - 16 agosto 1894) fu un anarchico italiano noto per aver assassinato il presidente francese Marie François Sadi Carnot il 24 giugno 1894, come vendetta per l'esecuzione dell'anarchico Auguste Vaillant. Carnot aveva negato la grazia a Vaillant, colpevole di un attentato dinamitardo . L'omicidio di Carnot portò a un inasprimento delle leggi contro gli anarchici, inclusa l'introduzione di reati d'opinione. Caserio, processato e condannato a morte, fu giustiziato tramite ghigliottina. La sua figura divenne un simbolo del movimento anarchico, celebrato in canti e racconti popolari.
«La patria non esiste per noi poveri operai. La patria per noi è il mondo intero... voi siete i rappresentanti della società borghese, Signori giurati; se voi volete la mia testa, prendetevela; ma non crediate con questo di arrestare la propaganda anarchica.» 
Sante Caserio  (parole che pronunciò durante il suo processo) 
Nel 2002 , il gruppo Les Anarchistes ha reinterpretato La ballata di Sante Caserio in uno stile che combina elettronica, jazz, folk e rock, donando al brano un tocco moderno. Fondato nel 2001 a Carrara da Nicola Toscano e Max Guerrero con altri musicisti e cantanti, il gruppo prende il nome da una canzone di Léo Ferré, riflettendo il tema delle loro reinterpretazioni: canti anarchici e cover di Ferré. Il brano è incluso nel loro album d’esordio Figli di origine oscura, che vinse il premio Ciampi come miglior album d’esordio.

COVER
  • 2001 Daniele Sepe nell'album Jurnateri









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