martedì, gennaio 14, 2025

L'uomo nel lampo - Paolo Jannacci e Stefano Massini



La musica può fare riflettere, sognare,capire e ricordare. L'uomo nel lampo è un brano musicale realizzato da Paolo Jannacci (musicista, compositore, arrangiatore e figlio del celebre cantautore Enzo Jannacci) e Stefano Massini (scrittore, drammaturgo e attore teatrale), presentato al Festival di Sanremo 2024 come parte delle esibizioni fuori concorso.La canzone affronta il tema delle morti sul lavoro, un argomento spesso trascurato, mettendo in luce l'importanza della dignità e dei diritti dei lavoratori. 

Che il lavoro porta sotto terra e l'operaio muore come in guerra. Ma io Michè, io che ridevo anche dei guai io, che la battuta non mi mancava mai,quando mi dicono: "la fabbrica è una miniera". No, piuttosto è una galera perché loro si fanno l'ora d'aria e pure noi, nel senso che saltiamo in aria...E nelle fiamme di 6 metri e via..Passi da uomo a fotografia.

Stefano Massini descrive "L'uomo nel lampo" come un dialogo in musica che narra la storia di un padre morto giovane a causa di un incidente sul lavoro, che lascia suo figlio, un bambino piccolo. Il testo si sviluppa come un dialogo tra il padre e il figlio, con il padre che, come un fantasma, si rivolge al bambino dicendo: “Sono il papà che non hai mai conosciuto”. Il "lampo" simboleggia l'esplosione improvvisa che ha causato la sua morte. L'identità dell'uomo non viene specificata, poiché rappresenta simbolicamente tutti coloro che subiscono lo stesso destino. 

Da questa foto mi guardo intorno e non ho smesso un solo giorno in silenzio fotografato e muto di dirti:"ciao Michè, sono il padre che non hai conosciuto"

La canzone è un dialogo musicale che denuncia l'indifferenza verso queste morti sul lavoro, che ormai non fanno più notizia, in un contesto in cui i diritti dei lavoratori sono spesso ignorati, ricordando che ogni giorno 4 lavoratori perdono la vita in incidenti sul lavoro.


Ascolta su Spotify 


venerdì, dicembre 27, 2024

Era bello il mio ragazzo - Anna Identici




La musica può fare riflettere, sognare,capire e ricordare.
“Era bello il mio ragazzo" è una canzone interpretata da Anna Identici e presentata al Festival di Sanremo del 1972. Il brano, scritto da Pier Paolo Preti con la musica di Gianni Guarnieri, racconta il tema degli omicidi bianchi, ovvero le morti sul lavoro causate dalla negligenza dei datori di lavoro nel rispettare le norme di sicurezza. 
 Il testo racconta la sofferenza di una donna, che assiste alla morte del figlio o fidanzato in un incidente in cantiere, esprimendo dolore e rabbia con una narrazione pacata ma potente. 
“Non fa niente, solo un piccolo incidente quando si lavora sodo non c’è soldi da buttare non puoi metter troppa cura per far su l’impalcatura”

 

La canzone, con il suo tema sociale forte, suscitò scandalo e disturbò l'atmosfera più leggera e commerciale del festival. 
Il testo originale della canzone conteneva un verso più efficace : «con un buco nella testa», che però fu considerato troppo crudo e violento. 


Per questo motivo, il verso venne censurato e modificato in «col vestito della festa» prima della sua esibizione. 
"Era bello il mio ragazzo col vestito della festa l’ ho sentito tutto mio, mentre gli dicevo addio e poi quando l’ho baciato gli ho strappato una promessa e gli ho detto anima mia presto sai portami via"
La canzone, pur affrontando un tema drammatico e importante, rimase un punto di rottura rispetto alle consuete tematiche leggere e sentimentali tipiche del festival, segnando un episodio di dissenso verso la tradizionale visione popolare della musica.