venerdì, luglio 11, 2008

La guerra di Piero - Fabrizio De André


La musica può fare riflettere, sognare,capire e ricordare.
Questa canzone “La guerra di Piero” cantata e scritta da Fabrizio De André fu incisa a Roma nel luglio 1964 agli studi Dirmaphon.
Per quanto riguarda la musica Fabrizio De André si fece prestare aiuto da un amico chitarrista Vittorio Centanaro.


Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi, ma sono mille papaveri rossi. «Lungo le sponde del mio torrente voglio che scendan i lucci argentati, non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente.» Così dicevi ed era d'inverno e come gli altri verso l'inferno te ne vai triste come chi deve il vento ti sputa in faccia la neve. Fermati Piero, fermati adesso lascia che il vento ti passi un po' addosso, dei morti in battaglia ti porti la voce, chi diede la vita ebbe in cambio una croce. ma tu non lo udisti e il tempo passava con le stagioni a passo di giava ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di primavera. E mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di una altro colore. Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora fino a che tu non lo vedrai esangue, cadere in terra e coprire il suo sangue. «E se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire ma il tempo a me resterà per vedere vedere gli occhi di un uomo che muore.» E mentre gli usi questa premura quello si volta ti vede ha paura ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia. Cadesti a terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che il tempo non ti sarebbe bastato a chieder perdono per ogni peccato. Cadesti a terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato ritorno. «Ninetta mia, crepare di Maggio ci vuole tanto troppo coraggio. Ninetta bella, dritto all'inferno avrei preferito andarci in inverno.» E mentre il grano ti stava a sentire dentro le mani stringevi il fucile, dentro la bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole. Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi. 
 

La guerra di Piero è come un quadro che ti si crea mentre Fabrizio De André canta.
Piero sembra di vederlo camminare ,sembra di ragionare con lui.
Questa è per me la più bella canzone pacifista italiana incastonata in questa stupenda frase "ma il tempo a me resterà per vedere ,vedere gli occhi di un uomo che muore"Meglio morire che vedere un uomo che muore.


COVER
  • 2005  Modena City Ramblers e  Piero Pelù nell'album Appunti partigiani 
  • 2007  Il Parto delle Nuvole Pesanti nell'album "Il parto"

 

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